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Se per Guy de Maupassant il viaggio era una specie di porta per penetrare una realtà inesplorata simile al sogno, anche la conoscenza del passato può configurarsi come una soglia, varcata la quale è consentito raggiungere mondi altrimenti lontani, confinati nel tempo e nella storia. Il racconto delle vicende artistico-professionali dello Studio Lazzerini, che si è affermato a Carrara lungo un arco di circa tre secoli, è stato il mezzo per compiere un viaggio nel tempo, alla scoperta, nella città di oggi, di quanto era accaduto nella città di ieri. Un veicolo potente, capace di penetrare in quella dimensione nascosta oltre la quale strade e chiese, androni e cortili, fontane o palazzi sembrano animarsi di una doppia vita: quella sincronica, che si impone magari per la presenza di un ufficio pubblico o di un bar in un antico edificio; e quella diacronica che consente di individuare la somma degli eventi che proprio in quel palazzo, nel corso del tempo, si sono verificati.